Come si costruisce un progetto di ristorazione collettiva? Dietro ogni proposta, c’è un lungo lavoro di raccolta delle idee, brainstorming, confronto con diverse figure professionali, per arrivare a confezionare il progetto su misura perfetto per ciascun prospect o cliente, al fine di incontrarne le specifiche esigenze.
Come lavora l’ufficio progettazione gare
A tirare i fili per tessere una tela ordinata è Mafalda Crotti, tender manager mercato privato di Elior Italia. “Il punto di partenza è sempre l’incontro con il cliente, che magari sta solo iniziando a pensare a come cambiare il servizio di ristorazione”, spiega. Da qui si dà il via a un’attività consulenziale per costruire un’offerta in linea con le sue necessità, “che non sempre sono espresse”.
Un lavoro di squadra
L’ufficio progettazione gare si interfaccia con i commerciali, in prima linea sul campo: sono loro a parlare con i referenti dei clienti, a raccogliere bisogni ed esigenze e sono poi chiamati a presentare le soluzioni. Internamente all’azienda, invece, è chiamato a raccogliere contenuti e competenze dagli uffici a supporto.
Si tratta quindi di un lavoro di squadra, di uno scambio costruttivo che porta alla creazione dell’offerta finale. “Questa è la parte più stimolante del mio lavoro: raccogliere le epserienze dei colleghi con i quali costruire insieme soluzioni. Il mio ufficio traduce in progetti concreti le idee di tutti, in modo che siano in linea con le esigenze e l’offerta economica che propone il venditore”. In pratica, l’Ufficio Gare trova il giusto punto di contatto per proporre un’offerta compatibile.
Capire il target
Per creare l’offerta perfetta, è necessario entrare nel mondo dei clienti, capire com’è la loro giornata, avere chiaro il target. Incontriamo realtà molto diverse tra loro, abitudini diversificate anche tra i dipendenti di una stessa azienda. La sfida è accontentare tutti. La doppia sfida è farlo promuovendo sane abitudini alimentari. “Elior accontenta un mondo davvero molto ampio, quindi solo così si può davvero capire quale tra i nostri servizi di ristorazione collettiva risponde meglio alle loro esigenze: magari serve un mix di soluzioni diverse oppure è qualcosa che dobbiamo creare su misura”.
I colleghi commerciali e operativi sono compagni di squadra preziosi per noi è l’incontro tra chi ha un occhio tecnico e conosce bene i servizi e le soluzioni disponibili e chi invece è stato a casa del cliente, gli ha parlato, ha capito i non detti e magari ha colto che vorrebbe un servizio di ristorazione diverso ma non sa bene in che modo. “Ogni giorno, inoltre, raccogliamo dai nostri colleghi in tutta Italia le soluzioni migliori, da applicare magari in altri contesti. Cerchiamo spunti per migliorarci continuamente”.
La ristorazione come welfare
Saper garantire una pausa pranzo all’altezza delle aspettative non è una sfida da poco. E spesso per le aziende fa la differenza.
“La pausa pranzo è quel momento di convivialità che tutti al lavoro aspettano per staccare, fare conversazione, mangiare qualcosa che non si aspettano - sottolinea Crotti -. Insomma, si cerca serenità, l’occasione di rilassarsi e magari fare qualche sana risata. Inaspettatamente può diventare anche un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo in tema di sane abitudini alimentari da portare con sé tutti i giorni, anche a casa. Non è un intervento da poco nella vita delle persone”.
Il must della sostenibilità
Sempre più spesso, la costruzione di una proposta di ristorazione collettiva deve tenere conto di criteri di sostenibilità ambientale, ormai molto richiesti dalle aziende. “A volte siamo noi a instradare il cliente verso proposte di educazione alimentare e progetti contro lo spreco di cibo, perché è nostro dovere stimolare i clienti ad avere attenzione anche ad aspetti ai quali non avevano pensato”.
E le aziende apprezzano! “È un aspetto che fa davvero la differenza: pensare alla riduzione dello spreco alimentare da parte del nostro personale, dalla cucina al servizio, fino alle azioni concrete che anche i dipendenti dell’azienda che ci ospita possono compiere ogni giorno in pausa pranzo”.