La Fao rimette la dieta mediterranea sotto i riflettori globali
Viviamo in una società dove tradizioni e abitudini gastronomiche si incontrano e si contaminano ogni giorno, una società in cui gli ingredienti esotici e anche i più lontani si possono acquistare con facilità e inserire nella nostra alimentazione quotidiana. In questo contesto multietnico la Fao ha deciso di riportare alla ribalta del dibattito mondiale la dieta mediterranea, presentando il 18 settembre scorso a Roma il progetto “Mediterranean Diet’s principles for Agenda 2030”. Il progetto prevede una serie di giornate di studio e approfondimenti scientifici sulla dieta mediterranea che si svilupperanno nei prossimi mesi per concludersi nell’autunno 2020, decimo anniversario dell’inserimento della Dieta Mediterranea tra i patrimoni dell’Unesco.
È stato proprio il direttore generale della Fao, Qu Dongyu a definire questo modello nutrizionale “Un esempio virtuoso di alimentazione che bilancia alla perfezione gusto e valori nutrizionali, e che rappresenta una componente fondamentale dell’identità culturale delle comunità locali e un potente strumento per lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale”.
Un’alleanza internazionale
Tanti sono i Paesi che partecipano a tavolo di discussione della Fao: Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Portogallo, Spagna, Giordania, Libano, Tunisia, San Marino ed Egitto. Paesi che insieme all’Italia hanno istituito un’alleanza per difendere i principi della dieta mediterranea. Ha spiegato bene la visione di questa intesa il segretario generale del ministro degli Esteri, Elisabetta Belloni: “Si tratta di un’intesa aperta che si pone come obiettivo la condivisione di un percorso per promuovere uno stile di vita e una cultura dell’alimentazione che su basi scientifiche dimostra di dare benefici in termini di salute, benessere sociale ed economico. Nel contempo, lo scopo è anche quello di promuovere i prodotti che l’Italia e tutti i Paesi del Mediterraneo possono produrre ed esportare”.
La Piramide Alimentare: un modello attuale
La “Piramide Alimentare” è stata creata nel 1992 per veicolare i principi della Dieta Mediterranea. Oggi entriamo ancora più nel particolare. Per quanto riguarda i cereali, per esempio, l’attenzione si è spostata dal livello di complessità dei carboidrati alla loro capacità di incrementare più o meno velocemente la glicemia nel sangue. I cereali integrali hanno un impatto glicemico minore rispetto a quelli raffinati e sono da preferire. Anche i lipidi hanno subito una modifica: mentre all’apice sono stati lasciati solo i grassi di origine animale come consumo saltuario, i grassi vegetali (come l’olio d’oliva) sono stati spostati alla base come consumo quotidiano. Alla base della piramide alimentare, ci sono anche aspetti che esulano dall’alimentazione vera e propria e che completano il quadro del regime alimentare perfetto, e che fanno di questo modello uno stile di vita: il piacere e la convivialità dei pasti, la stagionalità dei prodotti e l’importanza di una vita sana e attiva.