Un tocco di Mediterraneo: il finocchietto selvatico
Basta il nome, finocchietto selvatico, per sentire alle narici il profumo di un piatto di pasta con le sarde o l’aroma di un liquore: qualunque sia l’immagine che per prima sale alla mente, in sottofondo si sente il Mediterraneo. <
Il finocchio selvatico, comunemente chiamato finocchietto, ha origine proprio qui: è un arbusto della famiglia delle Ombrellifere che nasce spontaneamente nella macchia mediterranea, soprattutto nel Centro e Sud Italia. Ecco perché lo troviamo in moltissime ricette della cucina italiana, la maggior parte delle quali perfettamente in linea con i principi della Dieta Mediterranea.
Ed ecco perché abbiamo deciso di renderlo protagonista del prossimo appuntamento con L’Aromatica, il progetto con cui in occasione di feste e giorni particolari portiamo menù a tema erbe aromatiche nelle mense aziendali gestite da Elior. Per esempio per la Festa del Papà, il 19 marzo.
Aneto o finocchietto selvatico?
Chiariamo subito una differenza fondamentale: il finocchietto selvatico non è aneto. Si tratta di due piante dal sapore simile e appartenenti alla stessa famiglia ma il primo ha origine mediterranea mentre il secondo è asiatico.
Non è un caso, infatti, che l’aneto sia molto più usato nella tradizione gastronomica del Nord e dell’Est Europa per insaporire uova, carni, pesci e zuppe, mentre in Italia si usa più il finocchietto. Inoltre, i semi di aneto emanano un odore sgradevole, contrariamente ai semi di finocchio, molto apprezzati per il loro aroma e utilizzati per preparare tisane, infusi e liquori.
Finocchietto selvatico: un infuso di benessere
Le proprietà benefiche del finocchietto selvatico sono tante e conosciute già dai tempi antichi: lo sanno bene le neo-mamme, che ricorrono a tisane di finocchietto per le sue doti calmanti e digestive, così come chi soffre di colon irritabile.
Il finocchietto, infatti, apporta moltissimi benefici all’organismo: è un antispasmodico naturale per lo stomaco e l’intestino, utile a dare beneficio contro flatulenza, gonfiore e diarrea. È una pianta considerata amica delle donne perché contenendo sostanze naturali simili agli estrogeni allieva i dolori mestruali e i sintomi della menopausa: ha una forte capacità depurativa, è un drenante naturale e un antibatterico per il cavo orale.
La tisana al finocchio
Insomma, una tisana al finocchio è davvero un portento di benessere, soprattutto se bevuta dopo i pasti. Come prepararla? Basta pestare un cucchiaino di semi di finocchio e lasciarli in infusione per 10 minuti in una tazza di acqua calda. Lo stesso si può fare anche con le foglie ma in questo caso il tempo di infusione aumenta a 20 minuti: prima di bere, ricordiamoci di filtrare la tisana.
Il finocchietto selvatico in cucina
C’è chi lo usa per fare il pesto, chi per preparare la pasta con le sarde, chi lo ama nei dolci o ne usa i semi per preparare un liquore digestivo: chiunque sia stato in Sicilia, avrà sicuramente assaggiato qualche piatto a base di finocchietto.
In cucina si usa ogni parte del finocchio: fiori, foglie, semi e, nel caso del finocchio coltivato, il grumolo bianco che generalmente si mangia crudo in insalata oppure lessato e gratinato.
Quando si parla di finocchietto selvatico intendiamo solitamente le foglie: si aggiungono fresche alla fine della preparazione o poco prima di spegnere il fuoco. Si può usare anche il fusto avendo l’accortezza di farlo prima lessare.
Un’idea veloce? Il pesto di finocchietto selvatico: basta scottare in acqua bollente il finocchietto (fusto e foglie) e poi frullarlo con olio extra vergine di oliva, mandorle e Parmigiano o Pecorino.