L’educazione emotiva dei bambini nei nidi Elior
Quando i bambini sono molto piccoli è difficile per loro riconoscere le emozioni che provano e capire come gestirle. Rabbia, tristezza, gioia, paura, sorpresa e disgusto sono emozioni che proviamo fin dalla nascita e che ci accompagneranno per tutta la vita.
Ecco perché in tutti gli asili nido gestiti da Pulcini&co, la divisione del Gruppo Elior dedicata ai servizi all’infanzia, ci sono progetti di educazione emotiva!
Cos’è l’educazione emotiva
L’educazione emotiva è un ambito di studio piuttosto recente, introdotto “solo” negli anni’90 in seguito alla definizione di intelligenza emotiva da parte dello psicologo statunitense Daniel Goleman.
Di cosa si tratta? Secondo Goleman, di una serie di competenze o caratteristiche fondamentali per sapere affrontare bene la vita: autocontrollo, entusiasmo, perseveranza e capacità di automotivarsi. In altre parole, di imparare a sviluppare competenze emotive, ovvero prendere consapevolezza delle proprie emozioni, esprimerle e controllare le nostre reazioni.
Questione di emisferi
Perché è così difficile e al contempo fondamentale? Potremmo sintetizzarlo in questo modo: l’emisfero sinistro del nostro cervello ci aiuta a pensare in modo logico e a organizzare i pensieri in frasi ordinate. L’emisfero destro, invece, ci aiuta a provare emozioni, a comprendere i segnali non verbali: è esperienziale e autobiografico, ama le immagini, i ricordi personali.
Una semplice domanda: quale dei due emisferi è dominante nei bambini molto piccoli, fino ai tre anni di età? Esatto, il destro!
Educazione emotiva a scuola
Capite ora perché è essenziale introdurre l’educazione emotiva a scuola fin dall’asilo nido?
Quando i due emisferi funzionano in sinergia, tutto va bene: sappiamo prendere decisioni fulminee, agire d’istinto così come stringere relazioni e legami.
Le persone competenti sul piano emozionale sanno gestire le proprie emozioni, provandole senza farsi travolgere e canalizzandole in comportamenti socialmente proattivi, sanno "leggere" le emozioni degli altri entrando in sintonia, cosa che li avvantaggia in ogni campo della vita.
Ma quando questo non succede? Nel caso dei bambini piccoli, capita che siano sopraffatti da emozioni confuse e caotiche, senza essere in grado di comprendere ciò che accade dentro di loro ne restano in balia.
Ecco perché Pulcini&Co, accanto all’educazione alimentare, lavora molto sull’educazione emotiva fin dall’asilo nido.
Come aiutare un bambino a vivere le emozioni
Mettere in pratica l’educazione emotiva significa insegnare ai bambini a vivere le loro emozioni, riconoscerle e capire come gestirle.
È un percorso importante, le cui tappe fondamentali sono le seguenti:
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Rispettare l’emozione: ogni emozione è legittima, la sua espressione va filtrata e accompagnata dall'adulto.
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Ascoltare: attraverso l’ascolto si aiuta il bambino a scoprire le ragioni di quella particolare emozione.
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Accettare e capire mostrando empatia.
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Sdrammatizzare: “Sai che anch’io…”, scegliendo per esempio una paura diversa dalla sua in modo che si senta più bravo di noi e trovi la forza per affrontare le sue paure.
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Cercare le sue risorse interne ed esterne: ricordagli una paura che ha avuto e che poi ha superato.
Un bambino pauroso va aiutato prima di tutto senza costringerlo ad affrontare le sue paure in modo troppo diretto, proponendo attività mirate a fargli acquisire fiducia in se stesso favorendo la sua creatività.
Strategie di educazione emotiva
Prendendo spunto dagli studi più recenti di educazione emotiva, possiamo dire che ci sono una serie di strategie utili per insegnarla ai bambini.
Per esempio:
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Entrare in sintonia e reincanalare le emozioni: quando un bambino è sopraffatto da emozioni intense, la logica non serve finché non abbiamo dato una risposta ai bisogni emozionali dell’emisfero destro del cervello.
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Nominare per calmare emozioni intense: raccontare più volte l’esperienza dolorosa o traumatica vissuta aiuta i bambini a nominare le proprie paure ed emozioni affinché possano dominarle.
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Spiegare ai bambini che le emozioni vanno e vengono, sono condizioni temporanee.
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Cercare l’emozione dietro il capriccio e il bisogno che lo scatena.
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Divertimento: creare occasioni per stare bene insieme è uno dei modi migliori per preparare i bambini alle relazioni e incoraggiarli a intrecciare rapporti con gli altri.
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Insegnare ai bambini a tenere a mente il noi anche quando litigano, ponendo domande sull’altra persona e sul perché abbia reagito in un certo modo.
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Attivare la parte superiore del cervello senza infiammare quella inferiore: per esempio, dicendo “Cerca una soluzione che possa andare bene per entrambi” li aiutiamo a riflettere su quali siano i comportamenti appropriati e le conseguenze di quelli inappropriati.
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Allenare la parte superiore del cervello, dando ai bambini la possibilità di esercitarsi a prendere decisioni da soli e spingendoli a considerare i sentimenti di un’altra persona.
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Muoversi per non perdersi: diverse ricerche hanno dimostrato che fare attività fisica può cambiare il nostro stato emotivo.
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Ascolto empatico: riformulare quel che ha detto il bambino in modo da non giudicare, accogliendo il suo sentimento in modo che il bambino si senta riconosciuto.