Elior lancia il primo progetto di educazione alimentare inclusiva
Il 24 gennaio si celebra la Giornata Mondiale dell’Educazione, istituita dalle Nazioni Unite nel 2019 per onorare il ruolo dell’istruzione nella promozione della pace e dello sviluppo.
Non c’è quindi data migliore per annunciare il lancio del primo programma di educazione alimentare inclusiva organizzato da Elior e CeDisMa.
Educazione alimentare per studenti, insegnanti e famiglie
Lo pensiamo da sempre e lo ribadiamo in ogni occasione: l’educazione alimentare gioca un ruolo fondamentale per il benessere delle future generazioni e, di conseguenza, della società. Ma perché sia efficace deve coinvolgere tutto l’ecosistema scuola: alunni e insegnanti, in primis, e poi le famiglie, perché senza continuità si rischia di vanificare ogni sforzo.
Ecco perché Elior ha scelto di dare il via a una collaborazione con un partner di alto profilo come il Centro Studi e Ricerche sulla Disabilità e Marginalità (CeDisMa) dell’Università Cattolica di Milano, per realizzare un progetto didattico dedicato all’inclusione sociale del cibo.
Un nuovo percorso di inclusione sociale del cibo
La diversità di ciascuno passa anche dal piatto e il servizio di refezione scolastica spesso è il primo approccio per gli studenti per entrare in contatto con altre abitudini, religiose o culturali, oppure di tipo sanitario, come intolleranze e allergie. Si sbircia il piatto del vicino per scoprire che magari mangia cose diverse dalle mie e va bene così!
Il progetto strutturato con CeDisMa, che conferma la forte volontà di Elior di investire nell’Education nei prossimi anni, va proprio in questa direzione: l’obiettivo è fornire un supporto pratico, efficace e strutturato per fascia di età ai docenti che vogliono affrontare in classe le principali tematiche legate alla nutrizione, alla sostenibilità e all’inclusione, insegnando agli studenti a rispettare e valorizzare la diversità che si esprime attraverso la cultura alimentare di ognuno.
Il programma
Disponibile a partire dal prossimo anno scolastico, il progetto di educazione alimentare inclusiva ha un programma che abbraccia tutte le aree tematiche legate all’alimentazione in chiave inclusiva: dagli aspetti interculturali a quelli legati alla salute e al benessere di ciascuno.
La scuola svolge un ruolo fondamentale in questo senso, perché nelle mense scolastiche passano ogni giorno tantissime situazioni diverse: obesità, allergie, disturbi del comportamento alimentare, intolleranze, scelte religiose o culturali, alunni con disabilità e fragilità marcate.
La refezione scolastica è un crocevia di diversità ed è giusto imparare a considerarle una ricchezza, supportando i docenti lungo il percorso per educare all’inclusione le nuove generazioni.
“Siamo consapevoli del ruolo che la ristorazione scolastica può rivestire nell’educazione dei più piccoli – spiega Stefano Barassi, responsabile education di Elior - e con questo progetto vogliamo supportare insegnanti e famiglie nel promuovere atteggiamenti positivi e inclusivi anche in fatto di alimentazione. Siamo certi che con la collaborazione di tutti gli attori impegnati nella formazione dei ragazzi possiamo costruire una società più sana, rispettosa e in grado di valorizzare la diversità in tutte le sue forme”.
Percorsi personalizzati per ogni classe
Grazie al progetto di Elior e CeDisMa, si potrà accedere a materiali e percorsi costruiti ad hoc, con una guida pratica su come comportarsi in tutte le fasi della pausa pranzo, oltre a materiali didattici e risorse informative. Il tutto nell’ottica di costruire percorsi personalizzati in base alle specificità della singola classe, che siano al tempo stesso dinamici e strutturati nel tempo.
“Ogni interlocutore del processo educativo diviene un osservatore privilegiato che, dalla propria prospettiva, è in grado di intercettare bisogni di bambini e adulti coinvolti nel processo educativo e di intravedere possibili risposte, finalizzate a rimuovere o a ridurre il più possibile ostacoli e a costruire ponti che consentano a ciascuno di esprimere la propria unicità”, sottolinea Luigi d’Alonzo, direttore del Centro studi e Ricerche sulla Disabilità e la Marginalità dell’Università Cattolica.